Dalla definizione che un qualunque dizionario della lingua italiana da alla parola comizio si evince immediatamente che “violenza” ed “aggressione” non sono termini a cui si può accostare. I fatti accaduti lo scorso 13 dicembre al Presidente Berlusconi purtroppo ci smentiscono.L'aggressione al Premier, infatti, è avvenuta subito dopo il comizio tenuto in Piazza Duomo a Milano. Quanto accaduto domenica sera, è solo la triste conclusione, che i servizi segreti avevano mestamente preannunciato, di un clima di tensione, odio e violenza verbale fin a oggi portato avanti in maniera vile dai leader dell’opposizione. Una opposizione che non riuscendo a colpire con le idee lo ha fatto miserabilmente con statuette del Duomo e per mano di un pazzo. Perché ad armare quella mano, sono state le continue accuse, le continue aggressioni verbali da parte dei “Di Pietro” di turno che hanno fatto leva sul malessere sociale per scatenare l’odio nei confronti prima della persona “Silvio Berlusconi” e poi nei confronti di un Governo che loro malgrado riesce a portare avanti i programmi prestabiliti. La sezione del PdL di Taranto di Viale Magna Grecia (nelle persone di M. De Nichilo e R. Piromallo) insieme alla Sezione PdL di Statte (nelle persone di A. Magazzino e P. Bello) condannano quanto accaduto e ancor di più non capiscono come alcuni politici, che non hanno inteso schierarsi dalla parte della non violenza, continuino nel loro vile mestiere di fomentatori di folle, già inferocite da una crisi economica mondiale per cui il Governo può ben poco. E allora, l’aumento del numero dei sostenitori di un pazzo, non fa altro che rendere folle e indomabile una parte della società che di democrazia e di civiltà non ha il benché minimo sentore. Il nostro timore più grande è che si ricada ignobilmente negli schemi che pensavamo aver consegnato alla storia, di un periodo buio della Storia del secondo dopoguerra: la paura del clima degli anni di piombo comincia ad essere sempre più pressante. Auspichiamo vivamente che i toni della dialettica politica italiana ritornino nei giusti binari. Una dialettica basata sulla risoluzione delle problematiche sociali piuttosto che sul violento accanimento nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
martedì 15 dicembre 2009
Condanniamo la violenza contro il Premier
Dalla definizione che un qualunque dizionario della lingua italiana da alla parola comizio si evince immediatamente che “violenza” ed “aggressione” non sono termini a cui si può accostare. I fatti accaduti lo scorso 13 dicembre al Presidente Berlusconi purtroppo ci smentiscono.L'aggressione al Premier, infatti, è avvenuta subito dopo il comizio tenuto in Piazza Duomo a Milano. Quanto accaduto domenica sera, è solo la triste conclusione, che i servizi segreti avevano mestamente preannunciato, di un clima di tensione, odio e violenza verbale fin a oggi portato avanti in maniera vile dai leader dell’opposizione. Una opposizione che non riuscendo a colpire con le idee lo ha fatto miserabilmente con statuette del Duomo e per mano di un pazzo. Perché ad armare quella mano, sono state le continue accuse, le continue aggressioni verbali da parte dei “Di Pietro” di turno che hanno fatto leva sul malessere sociale per scatenare l’odio nei confronti prima della persona “Silvio Berlusconi” e poi nei confronti di un Governo che loro malgrado riesce a portare avanti i programmi prestabiliti. La sezione del PdL di Taranto di Viale Magna Grecia (nelle persone di M. De Nichilo e R. Piromallo) insieme alla Sezione PdL di Statte (nelle persone di A. Magazzino e P. Bello) condannano quanto accaduto e ancor di più non capiscono come alcuni politici, che non hanno inteso schierarsi dalla parte della non violenza, continuino nel loro vile mestiere di fomentatori di folle, già inferocite da una crisi economica mondiale per cui il Governo può ben poco. E allora, l’aumento del numero dei sostenitori di un pazzo, non fa altro che rendere folle e indomabile una parte della società che di democrazia e di civiltà non ha il benché minimo sentore. Il nostro timore più grande è che si ricada ignobilmente negli schemi che pensavamo aver consegnato alla storia, di un periodo buio della Storia del secondo dopoguerra: la paura del clima degli anni di piombo comincia ad essere sempre più pressante. Auspichiamo vivamente che i toni della dialettica politica italiana ritornino nei giusti binari. Una dialettica basata sulla risoluzione delle problematiche sociali piuttosto che sul violento accanimento nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
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sabato 24 ottobre 2009
La farsa Democratica delle primarie
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martedì 20 ottobre 2009
Ezra Pound per Azione Giovani
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mercoledì 19 agosto 2009
Oltre ogni muro - Atreju 2009
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martedì 11 agosto 2009
ATREJU 2009!
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GIOVANE ITALIA...RITORNO AL FUTURO!
Giorgia Meloni ha assicurato che il processo di costituzione “sta andando a gonfie vele”, smentendo le voci di frizioni fra ex An e ex FI.
E’ previsto per il 2010 il congresso fondativo in cui verrà scelto il leader e il simbolo.
“Da quel momento il mio ruolo di traghettatrice – spiega Giorgia Meloni - sarà esaurito”.
A scegliere il nome Giovane Italia sono stati i giovani del Pdl con un sondaggio su internet: il 78% ha votato per il nome che richiama l’organizzazione risorgimentale di Giuseppe Mazzini. Un nome che fu fatto proprio dal movimento universitario nazionalista degli anni ‘50 e che poi Bettino Craxi riesumò per i giovani socialisti.
“L’unità d’Italia è stata fatta non solo dai grandi nomi ma anche da tanti giovani”, osserva Giorgia Meloni, sottolineando come la gioventù del Pdl rappresenti una generazione “ancora disposta a gettare il cuore oltre l’ostacolo e a difendere il proprio paese”.
“Quando il presidente Berlusconi me lo ha chiesto – commenta Stefania Craxi – sono stata molto contenta di mettere questo nome risorgimentale, nazionale, popolare e riformista a disposizione dei giovani del Pdl. E lo sarebbe stato anche mio padre. Spero che i giovani del Pdl siano animati dagli stessi sentimenti dei grandi della Giovane Italia – conclude il sottosegretario alla Farnesina – e che questo movimento serva a selezionare la classe dirigente del nuovo Risorgimento”.
Fra gli appuntamenti principali per l’autunno il movimento dei giovani del Pdl (che ha già all’attivo un Direttivo nazionale provvisorio la direzione nazionale e i direttivi provinciali e regionali per l’organizzazione sul territorio) ha in agenda l’11esima edizione della festa Atreju, che quest’anno sarà dedicata al crollo del muro di Berlino.
La festa avrà luogo dal 9 al 13 settembre al Parco del Celio e vedrà la partecipazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con domande dal pubblico e senza rete. Ospite d’onore sarà Massimo D’Alema per un faccia a faccia con il ministro Ignazio La Russa.
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giovedì 23 luglio 2009
AG/PdL favorevole al progetto del nuovo Commissario A. Magazzino
Il progetto è ambizioso e, come tutti i grandi progetti, deve essere raggiunto con raziocinio e adeguato spirito di sacrificio. Quello che è scaturito da questo primo incontro deve rappresentare le fondamenta per il futuro del nostro centro-destra.
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Villa Fucci: perchè non un Laboratorio Urbano dei Giovani?
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mercoledì 24 giugno 2009
24/06/2009 inizia la bonifica di Villa Fucci
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mercoledì 17 giugno 2009
Rassegna stampa 17 giugno 2009
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A Statte non si infuoca solo la campagna…elettorale
Il panico di Domenica pomeriggio è il sintomo di una popolazione che non vede accordate le proprie necessità ed i proprio bisogni nei piani di questa Amministrazione, forse troppo intenta a occupare uno scranno del Consiglio Provinciale piuttosto che occuparsi della salute e della sicurezza dei propri cittadini. È impensabile che, alla data odierna, i terreni incolti non siano messi in sicurezza e non è parimenti accettabile l’immobilità delle istituzioni nei confronti di chi, soggetti privati o pubblici, non metta in sicurezza i propri incolti o i propri immobili abbandonati invasi da erbacce, pronte per diventare una seria minaccia per l’incolumità pubblica.
Mi riferisco, oltre alle tante zone periferiche confinanti con distese di sterpaglie, all’ex villino Fucci (Zona Residenziale), che risulta essere completamente invaso da erbacce secche e da piante di ogni genere e specie, da anni in completo stato di abbandono. Una “bomba” nel pieno centro abitato, pronta a mettere a repentaglio la salute dei cittadini. Mi riferisco, inoltre, al cavalcavia che unisce Zona Montetermiti e Zona Monte Sant’Angelo, a tutti i lotti di “riempimento” confinanti con abitazioni, alle distese di sterpaglie secche a pochi passi dalle case. Una situazione che deve essere immediatamente sanata, prima che altri cittadini vivano anche un solo secondo di terrore, dovuto dalla distruzione del fuoco. Vogliamo vivere una estate sicura e l’Amministrazione ha il dovere di garantircelo. Con i fatti.
Articolo pubblicato su Tarantoggi il 17/06/2009
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venerdì 12 giugno 2009
Elezioni Provinciali 2009 (Taranto)
Ci si ritrova a fare una campagna elettorale basandosi su poche persone, ma buone. Si lavora sodo, più delle altre volte, poichè non ci si può permettere di lasciare che chi rema in senso opposto abbia la meglio. Nottate infinite ad attaccare manifesti, a spedire lettere, ecc ecc ecc... E, alla fine, il risultato comunque positivo!!!
Contro ogni previsione, contro ogni aspettativa, contro tutto... e tutti.
lunedì 4 maggio 2009
Campagna contro l'abuso di alcool
"Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cosi ho bevuto una Sprite. Mi son sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa e finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... Qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "Il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Mamma, la sua voce sembra così lontana... Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: "Questa ragazza non ce la farà". Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità. Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire... Perchè le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, di a papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quelragazzo che non si deve bere e guidare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva... La mia respirazione si fa sempre piu debole e incomincio ad avere veramente paura... Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata... Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene per questo... Ti voglio bene e.... addio. Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva... scioccato."
Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli... Potresti perdere l'opportunita, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo.
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lunedì 20 aprile 2009
Domenico Miccolis Presidente Provinciale di AG
Con Domenico pronti a lanciare la Nostra sfida alle stelle!
sabato 18 aprile 2009
Congresso Provinciale Azione Giovani Taranto
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martedì 14 aprile 2009
Sbarco su Facebook
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venerdì 10 aprile 2009
Sempre!!! ... Quando ci sono le Competenze!
Io, personalmente, credo che sia un obbligo morale di qualsiasi movimento politico sostenere le nuove generazioni...
Voi che ne dite???
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giovedì 9 aprile 2009
Largo ai giovani???
Si fa tanto parlare di innovazione, apertura ai nuovi media e alle fresche menti delle giovani generazioni, o di società “moderna”, ma in realtà, ed è palese agli occhi di tutti, in Italia ancora a governare sono le vecchie generazioni. Il mio è stato un caso fortunato, ho trovato un’occasione di lavoro interessante e in cui si è puntato su noi ragazzi appena laureati e con grandi prospettive per il futuro, ma è stato solo un caso, perchè in numerose altre situazioni ho toccato con mano che la propria “freschezza” non paga.
Qual è la prima impressione di un laureato che entra in contatto con il mondo del lavoro?
Manco di esperienza!
Spesso ignorano il tuo CV se non hai un minimo di lavoretti fatti in passato (possibilmente legati all’attività che ti offrono) e sono pochi quelli disposti a riporre fiducia in un laureato con tanta teoria e poca pratica alle spalle… credo sia questo il punto chiave: bisogna dare più fiducia ai laureati!
Il disordine regna sovrano…
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lunedì 30 marzo 2009
INTERVENTO MINISTRO DELLA GIOVENTU’
Roma, 28 marzo 2009
Saluto quella che ho di fronte, che è già una bellissima realtà italiana, dal punto di vista sociale e politico. Governa la nazione, piccoli borghi, grandi città, province e regioni, viene ammirata come importante forza europea, ed è presente nell’immaginario collettivo, soprattutto grazie alla popolarità del premier Silvio Berlusconi. E oggi, con la traduzione organizzativa di questa bella intuizione politica noi compiamo il passo definitivo nella realizzazione di un soggetto che fa già la storia di questa nazione, ma che soprattutto ambisce a lasciare di sé una traccia di benessere e dignità che duri nel tempo. E voglio ringraziare Gianfranco Fini e tutta la Comunità che lo ha accompagnato in questo percorso, perché se dentro questo progetto c’è la destra italiana con il suo orgoglio e la sua identità lo dobbiamo soprattutto alla loro lungimiranza e alla credibilità che hanno costruito per se e per la propria gente.
Oggi nasce il primo partito italiano dell’era moderna. Non una zoppicante sintesi di interessi, o la somma delle idee che hanno segnato un secolo ricco di fermenti culturali e politici, ma ormai finito, come il novecento, né tantomeno il furbo restyling di una classe dirigente, magari uscita sconfitta dalle urne. No, oggi diamo vita a un movimento del futuro, nel quale l’unica sintesi possibile è quella tra la modernità delle idee, delle soluzioni, e l’amore per la grande tradizione del popolo italiano.
E lasciatemi dire una cosa, che mi è capitata ancora qualche giorno fa in tv. Mi provoca profonda tristezza vedere gli uomini della nostra sinistra spellarsi le mani per applaudire quelli che da fuori, senza conoscere l’Italia, le sue esigenze o i suoi problemi, sono sempre pronti a darci lezioni di civiltà. Io rivendico che l’Italia è una nazione sovrana, e i suoi rappresentanti – che li si condivida o no – sono eletti dalla sua gente e per questo meritano rispetto. Sempre. Perché in patria possiamo confrontarci anche in modo aspro e vigoroso, ma altra cosa è compiacersi degli insulti all’Italia che dovessero venire da un qualche ministro della giustizia brasiliano, o da un commissario europeo spagnolo, oppure dalla bella ma sprovveduta moglie di un pur bravo presidente della repubblica francese.
Questo sentimento si chiama orgoglio nazionale, senso di appartenenza, ed è purtroppo ancora estraneo alla cultura della sinistra italiana, così abituata nel novecento a chiedere aiuto a potenze straniere per affermarsi all’interno dei suoi confini nazionali – costringendo il nostro popolo a pagare per questo un prezzo di libertà altissimo – da non riuscire ancora oggi ad amare l’Italia più della propria ideologia.
Anche per questo credo che, invece, la ragione sociale del PDL debba essere proprio quella di interpretare l’identità più profonda del popolo italiano. Ma esiste una identità nazionale definita e tangibile? Esiste un comune sentire fatto di valori, tradizioni, speranze che attraversa l’intera penisola, che risale monti e vallate, sfiora le nostre coste, che si infila nel traffico delle nostre grandi città e poi si immerge nelle tranquille acque del Mediterraneo?
Io credo di sì. La nostra cultura nazionale è il prodotto di una mescolanza furiosa di elementi comparsi via via nel corso dei secoli, che ci appartengono e ci guidano anche se non li abbiamo studiati sui libri di scuola.
Perché per riconoscere la tensione spirituale che abbiamo dentro non c’è bisogno di aver letto la Summa Teologica di San Tommaso, basta ascoltare la sensazione di pace che provocano le campane della domenica mattina. Così come non c’è bisogno di conoscere le Istituzioni di Giustiniano per apprezzare l’ordine delle leggi e le libertà che queste garantiscono.
Questo senso comune è molto più profondo di quanto lo snobismo della sinistra italiana voglia credere. È qualcosa di semplice, pulito e onesto come il pranzo della domenica in famiglia, il tifo sfegatato per la nazionale di calcio, ma anche l’indignazione per un episodio di mala sanità o la rabbia della gente in strada di fronte alla notizia di una violenza vigliacca che ha per vittime due ragazzini a cui hanno distrutto la loro prima storia d’amore, e forse la vita stessa.
Per questo mi piace credere che il Pdl possa invece essere anche la dimora del senso comune degli italiani, dove non si ha paura di sporcarsi con la realtà di tutti i giorni, di passare per retrogradi o populisti, perché si ha la consapevolezza di essere veri, autenticamente popolari.
Credo che la dizione Popolo della Libertà possa e debba racchiuderne molte altre. Tra queste, PDL può e deve significare anche Popolo della Legalità. Perché noi siamo tutti figli di Paolo Borsellino, e perché dove regna la legalità vince la sicurezza dei cittadini più deboli, vince l’economia sana che produce ricchezza, vince l’amministrazione pubblica che crea sviluppo, vince il talento dei più bravi. Il Popolo della Legalità deve essere in guerra contro camorristi e mafiosi di ogni specie, contro la criminalità che giunge da fuori per dare l’assalto alle case degli italiani, contro gli speculatori col colletto bianco. E questo significa anche attenzione a certe candidature, perché poi le azioni devono rispondere alle idee.
E poi questo può e deve essere il Popolo dell’Ambiente, della difesa della terra e dell’acqua, e ancora il popolo del merito. Vogliamo graffiare via, uno per uno, tutti gli ostacoli che dal ‘68 ad oggi sono stati posti sulla strada dell’affermazione del talento e del carattere di ognuno. Perché contrariamente a quanto ci viene detto da quarant’anni, la meritocrazia non esclude ma include, perché consente alle persone di affermarsi in ragione di quello che sono e non in ragione di quello che hanno.
Ma anche qui, passare dal declamare un valore a costruirlo significa battersi contro le rendite di posizione, i privilegi, le caste. Guardo in questi giorni, compiaciuta, le baronie che hanno messo in ginocchio l’università italiana tremare di fronte ai provvedimenti del governo e aspetto di vedere tante altre oligarchie travolte dalla rivoluzione del merito che l’Italia aspetta da decenni. E credo che sarebbe un bel segnale in questo senso anche ripensare l’attuale legge elettorale, per dare la possibilità agli italiani di scegliere da chi farsi rappresentare in parlamento e ai parlamentari di misurarsi con il consenso degli italiani.
Lo dico anche in relazione alla questione giovanile. Perché non considero un caso che mentre gli under 35 eletti in parlamento sono il 5% quelli eletti negli enti locali, dove ci sono le preferenze e i voti devi andarteli a prendere uno per uno, siano invece 27.000, oltre il 20% del totale.
Allora questo è anche quello che ci chiedono i giovani italiani. Non quote gialle o corsie preferenziali, nessun sei politico, nessun aiutino, ma la possibilità di misurarsi sul terreno del merito è quello che chiedono questi ragazzi esattamente quarant’anni dopo quelli che nel ’68 gridavano “Largo ai giovani” ma ora blindano la propria posizione sociale.
Credo che la gioventù italiana possa rappresentare un incredibile valore aggiunto, e vorrei che questo fosse anche il Popolo della Gioventù, non in senso anagrafico, ma nel senso di uomini, donne ed azioni politiche orientati ben al di là della prossima scadenza elettorale.
Il Popolo della Libertà non vuole rinunciare al contributo di energie, freschezza e idealità che può arrivare da questa giovane generazione, come dimostra anche il bel segnale dato ieri con l’apertura di questo congresso. Motivo per cui considero fondamentale l’esistenza, nel PDL, di un movimento giovanile che si rispetti. Un movimento giovanile non indipendente, ma tanto autonomo da eleggere dal basso i propri dirigenti perché possano essere credibili. Tanto libero da poter rappresentare un laboratorio politico e culturale, costruire sintesi, produrre avanguardie. Tanto forte da poter rappresentare il luogo privilegiato dal quale attingere per schierare la futura classe dirigente del partito e della nazione.
Ecco che cosa è il Popolo della Libertà. Non un ammasso di identità diverse e inconciliabili, ma un luogo nel quale idee e valori sanno convivere con delle persone in carne e ossa.
E’ il popolo di Silvio Berlusconi, per fortuna, ma anche di militanti, dirigenti, semplici iscritti e gente comune, che spende tanta parte della propria vita in un tentativo generoso di riscatto per il proprio quartiere, la propria città o regione, per l’Italia.
E’ il popolo di quei ragazzi e di quelle ragazze in divisa che rischiano tutti i giorni la propria vita nelle periferie degradate d’Italia, come nel deserto polveroso dell’Afghanistan.
E’ il popolo di quegli operai a cui una certa cultura sindacalista ruffiana preferisce pagare il viaggio a Roma ed il pranzo al sacco per tirare la volata ad un partito politico in campagna elettorale, piuttosto che difendere davvero i loro diritti e la loro incolumità.
E’ il popolo di quegli insegnanti e studenti che per troppi anni hanno subito la prepotenza culturale e talvolta fisica di alcuni loro colleghi spalleggiati da una cultura arrogante, faziosa e violenta.
E’ il popolo di quegli imprenditori italiani che guardano dritto in faccia questa crisi maledetta e non abbassano lo sguardo, sfidandola con genio e coraggio.
E’ il popolo di quei lavoratori precari che come guerrieri senza patria combattono una battaglia per la sopravvivenza, cambiando continuamente città e mestiere e ricominciando, ogni volta, la loro vita da capo.
E’ la casa degli italiani che sono tali non solo per nascita, ma per scelta, libera, volontaria, quotidiana. Italiani perché ogni giorno contribuiscono al progresso della nostra terra, a prescindere dal colore della pelle o dalla nazione di provenienza.
E’ anche il popolo di quella suora che per diciassette anni ha accarezzato il volto di una donna incapace di muoversi ed di parlare eppure ancora in diritto di essere amata.
Il Popolo della Libertà è il partito del futuro con solide radici nella tradizione nazionale. Ambiente, legalità, merito e gioventù, saranno le idee nuove da incardinare in un impianto di valori antichi come la sacralità della vita e l’amor di patria.
Consentitemi allora di chiudere con una citazione che io considero una sorta di promessa da fare tutti insieme all’alba di questa nuova grande avventura. In una lettera indirizzata al figlio poco prima di essere giustiziato per aver disertato l’esercito austriaco perché voleva combattere con il nostro tricolore, l’irredentista Nazario Sauro scrisse poche semplici parole:
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mercoledì 25 marzo 2009
Ultimo Congresso di Alleanza Nazionale 21-22/03/09
Filippo Tommaso Marinetti - 22/12/1876 - 02/12/1944
Vi invito a cliccare sul titolo del post per ascoltare il discorso del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, al 3° ed ultimo congresso di Alleanza Nazionale.
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Pdl: Il sogno di Pinuccio Tatarella
Pubblicato sul TarantOggi, il 21/03/2009
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venerdì 13 marzo 2009
C’è un tessuto economico dietro l’ILVA che a molti sfugge: dalle ditte di manutenzione d’impianti alle ditte di costruzione di carpenterie metalliche, passando per le ditte edili, elettriche, senza tralasciare i loro fornitori: chi vende profilati, chi materiale antinfortunistico, chi materiale elettrico, chi soltanto cancelleria…e poi…non dimentichiamo che queste aziende si avvalgono di consulenza, contabile, del lavoro, sicurezza, qualità, ambiente ecc ecc. La parte che produce di Taranto sta collassando, ma la cosa grave è che nessun politico locale interviene per individuare soluzioni alternative.
La battaglia della Diossina, per carità giustissima, portata avanti dal Presidente Vendola, è stata condotta in maniera capestre; solo per dare un contentino agli elettori ambientalisti non ancora soddisfatti di quella boiata del Parco delle Gravine.
Si è voluto mettere con le spalle al muro Emilio Riva, imponendogli di adeguarsi ad una legge regionale bella quanto impossibile, pena la chiusura degli impianti, senza però rassicurare il personale impiegato in ILVA con progetti alternativi, riassorbimenti in nuovi progetti d’impresa finanziati dalla Regione…il nulla più totale.
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venerdì 6 marzo 2009
Il rispetto del ricordo
Ma il ricordo di chi è caduto nel nome dell’Italia non può limitarsi alla sola presenza di un monumento. Il ricordo va coltivato per evitare che qualcuno possa dimenticare.
L’attuale amministrazione, però, ha dimenticato.
Ha dimenticato che, ogni Città che si rispetti, il 2 Giugno vive degli echi dei Fori Imperiali; ha dimenticato che i colori del ricordo sono vivi nel tricolore e non nel buio di un monumento che, da troppo tempo, al posto delle bandiere, ha solo delle sterili aste, vuote, senza identità (come, del resto, sulla facciata del municipio).
Come senza identità sono quei “cretini in cerca di ebbrezza” che, utilizzando il monumento ai caduti come trincea, per riempire le loro serate vuote, cercan di colpire le autovetture o gli autobus di passaggio. Un vile divertimento per chi nella zucca non vanta nemmeno di avere acqua. Comportamenti figli della trascuratezza e dell’oblio sociale in cui ormai riversa la nostra cittadina.
Noi condanniamo tali accadimenti, sperando che l’Amministrazione Comunale e le Autorità Competenti provvedano ad impedire il ripetersi di tali eventi, per garantire la pubblica incolumità ed il rispetto del ricordo.
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martedì 10 febbraio 2009
ELEZIONI PROVINCIALI IN VISTA...CARRELLATA DI POLITICI E POLITICANTI A STATTE
Il progetto utopistico per eccellenza che sarà il live motive della prossima campagna elettorale...L'AREA VASTA!
AREA VASTA: milioni di euro di progetti e progettazioni per quello che potrebbe essere paragonato alla "Città del Sole" del terzo millennio...strade...ponti....ferrovie...trasporti...corridoi...
Ops...ma i nostri politici politicanti si sono accorti che le strade di tutta la provincia si sono ridotte a degli autentici "sterrati"??? Qualcuno si ricorderà mai che c'è gente senza acqua potabile in casa???
Quando si applicherà la "scala dei valori" anche nelle P.A.???
BASTA!!! NON NE POSSIAMO PIU' DI QUESTI POLITICI!!!
RAGAZZI NON VI ALLONTANATE DALLA POLITICA!!!!...RICORDATE CHE
Il futuro è nostro e dobbiamo prendercelo quanto prima!!!
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