Lunedì 20 ottobre
Ascoltato il silenzio dell’amministrazione comunale di Statte, lunedì 20 ottobre, verso le 14:30 circa, fanno capolino i primi mezzi della ditta appaltatrice, per scaricare le tubature che porteranno acqua laddove già c’è.
Alcuni abitanti scorgono tali movimenti e, in men che non si dica si sparge la voce e comincia il presidio per bloccare l’operazione. Alcune tubature vengono sistemate su un terreno privato, altre vengono bloccate sul camion dagli abitanti. Comincia il trambusto, arrivano i tecnici dell’AQP che rimangono a parlare con gli operai, arriva il titolare della Ditta, arrivano i Vigili Urbani di Statte.
La proprietaria del terreno (che è anche la proprietaria delle strade della zona residenziale) rivendica la sua proprietà e minaccia di denunciare la Ditta (alla fine decide di non farlo solo per bontà d’animo). Intervengono i Vigili che consigliano al titolare di far spostare i tubi. Così è deciso: i tubi prendono strade diverse, vengono depositati chissà dove, ma fuori dalla proprietà privata!!! Intanto, l’amministrazione non parla, non ci sono comunicati: nulla di nulla!
Contestualmente, veniamo a sapere che, invece che placare gli animi e cercare un confronto ed una soluzione al problema con tutti gli abitanti della zona Monte Sant’Angelo, qualche consigliere comunale ha deciso di agire in maniera contraria, cercando di minare dall’interno l’unità del comitato. Come? Attraverso un po’ di fumo negli occhi, attraverso false promesso fatte a qualcuno che vuole ancora credere nella buona fede, ma che in cuor suo sa quanto mendaci queste promesse siano.
Tentano, inoltre, di creare una delegazione di cittadini che possa rapportarsi con la Regione e con l’AQP dimenticando (o fingendo di dimenticare) che un Comitato esiste già, un Comitato che, SPONTANEAMENTE e LIBERAMENTE, la gente ha deciso di costituire ed al quale loro stessi non hanno concesso nemmeno un incontro.
Per spiegare cosa sia successo il 27 ottobre dobbiamo prima tornare indietro di due giorni.
Sabato 25 ottobre: alcuni membri del comitato vengono a sapere che, il lunedì successivo (lunedì 27 ottobre appunto) la ditta appaltatrice cercherà nuovamente di cominciare i lavori per la quale è stata incaricata dal Comune di Statte. Si attiva nuovamente la macchina del presidio. Vige il motto “di qui non si passa”. E così sarà: gli abitanti non hanno intenzione di mollare il presidio, con una ferma volontà di far valere i propri diritti nei confronti della legge e delle istituzioni.
È lunedì 27 ottobre, ore 7.00 del mattino e noi siamo già lì, pronti.
A vegliare sulla Zona Monte Sant’Angelo siamo in pochi. Ma la gente comincia ad arrivare pian piano.
Alle 7.45 arrivano i mezzi. Comincia il blocco.
Le automobili degli abitanti vengono utilizzate per bloccare le ruspe. Gli operai non forzano, si fermano e chiamano i responsabili della Ditta.
Poco dopo che gli operai della ditta chiamano i propri responsabili, arriva il loro geometra che mostrandoci un’ordinanza della Polizia Municipale di Statte che ordina il divieto di sosta su quelle strade, ci invita, poco cordialmente, a spostare le nostre automobili.
Forti delle nostre certezze giuridiche gli spieghiamo che, se anche decidessimo di spostare le auto, i lavori non potrebbero in ogni caso prendere avvio, a causa della mancanza del provvedimento di espropriazione temporanea del terreno che è, quindi, ancora di proprietà privata.
Vengono chiamati i Carabinieri, e viene scomodato l’esimio Comandante della Stazione, il Luogotenente Zanfino, il quale, insieme ai sui subordinati, tenta un’azione di velato “terrorismo” al fine di far sgombrare la gente, iniziando a chiedere nomi e cognomi dei presenti. I Vigili Urbani, seguendo a ruota quanto fatto dai colleghi dell’Arma, cominciano a prendere i nominativi. Ma gli abitanti non si lasciano intimorire di questi gesti, sanno di essere nel giusto ma questo particolare più di qualcuno lo sta dimenticando.
La proprietaria delle strade si dirige alla Stazione dei Carabinieri di Statte per esporre denuncia per violazione di proprietà privata. Intanto il Comandante dei Carabinieri si dirige dal Sindaco, poi all’Ufficio Tecnico del Comune e successivamente, con la denuncia della proprietaria, si reca dal Procuratore della Repubblica.
A questo punto, e per la seconda volta, la Ditta appaltatrice si rende conto di dover fare nuovamente i bagagli e lasciare la Zona Monte Sant’Angelo. Ora verranno fatte le verifiche del caso. È bene che la Procura indaghi e che qualcuno cominci a pagare per gli atti illegittimi emessi.
Tutto questo si è ripetuto anche nei giorni successivi, senza che ci fosse alcun risultato certo ed alcuna spiegazione da parte dell'amministrazione comunale.
La nostra causa è stata sposata anche dall'Associazione per la tutela dei diritti dei consumatori CODICI PUGLIA, che ha dapprima diffidato l’AQP per quanto stesse accadendo, e poi ha fortemente voluto un incontro con le 110 famiglie della Zona Monte Sant'Angelo per capire quali erano le vie legali percorribili.
Durante l'incontro, svoltosi il 30 Ottobre, la responsabile regionale dell’Associazione, Avv. Manuela De Nichilo, ci ha illustrato le possibili vie da intraprendere.
Nonostante gli accorgimenti legali e le nostre proteste i lavori sono cominciati il giorno 11 Novembre.
Chiara e trasparente come l’acqua che dovrebbe scorrere dai nostri rubinetti!