lunedì 1 marzo 2010

Acqua potabile: Chi aveva ragione?

È ormai trascorso quasi un anno da quel fatidico incontro con i vertici dell’Amministrazione Comunale assistiti dall’Assessore Regionale Michele Pelillo (per intenderci quello che campeggia da settimane sui cartelloni pubblicitari intimando l’ENI ad avere più rispetto per la Città di Taranto e l’ILVA ad adottare i provvedimenti antidiossina e domandando ai cittadini: “Chi aveva ragione?”), in cui i comitati cittadini sprovvisti di acqua potabile si sono ritrovati a ribadire il loro sacrosanto diritto, negato a seguito di lavori di posa in opera di nuove tubature d’acqua in zone già asservite dal servizio.
A quel tempo si era prossimi ad affrontare la campagna elettorale per le consultazioni Provinciali e l’Assessore Regionale, certo di uno spirito mutualistico, scese in campo per sostenere la figura del Vice Sindaco, con la consapevolezza che di lì a un anno la sinistra Stattese si sarebbe mobilitata in massa per condurlo sugli scranni del Consiglio Regionale.
Afferma Pasquale Bello, Coordinatore di AG/Giovane Italia di Statte,: “Ricordo che in quella seduta l’Assessore Regionale promise l’inizio dei lavori per il mese di maggio/giugno; intervenni dicendo di temere che fosse un modo banale per spostare qualche voto in più in vista delle Provinciali, ma mi fu risposto che nulla era fatto per il motivo da me supposto.” A Novembre 2009, - continua la nota - dopo un anno dall’inizio della protesta, 21 abitanti della Zona Residenziale di Statte (la cui maggioranza risulta essere ultra 60enne, in pensione, con figli e splendidi nipoti a cui voler consegnare una casa perlomeno con i servizi essenziali) ricevono un “avviso di conclusione delle indagini preliminari”, in cui viene contestato il reato di violenza privata, per aver ribadito la necessità di un servizio essenziale, la cui assenza umilierebbe qualsiasi essere umano. Dopo qualche giorno, gli Amministratori annunciarono (anticipandolo preventivamente mezzo telefono al direttivo del Comitato) l’imminente inizio dei lavori (entro gennaio 2010), con l’intento di calmare gli animi, ovviamente a parole, di coloro che si sono ritrovati a dover sostenere ingenti spese legali pur di vedere dell’acqua potabile uscire dai propri rubinetti. “Anche all’epoca – continua Bello - sorse il sospetto che quell’intervento fosse finalizzato alle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale, che vedranno come candidato della sinistra dell’area Jonica, l’Assessore uscente. Sollevai anche in quell’occasione i miei dubbi per quello che sembrava una palese campagna elettorale anticipata, ma in quell’occasione fu addirittura annunciato l’appalto di questi “lavori fantasma”.”
Ad oggi, tutte le scadenze annunciate ai quattro venti, non sono state rispettate. Dei cantieri neanche l’ombra, l’acqua ancora un miraggio. Le classiche promesse elettorali si sono rivelate ancora una volta fini a se stesse. A questo punto non possiamo che rigirare la domanda al mittente: “Chi aveva ragione?”


Articolo pubblicato sul TarantOggi del 10 Febbraio 2010