martedì 15 dicembre 2009

Condanniamo la violenza contro il Premier

“Comizio: adunanza, specialmente in luogo aperto, in cui un oratore politico illustra il programma del proprio partito.”
Dalla definizione che un qualunque dizionario della lingua italiana da alla parola comizio si evince immediatamente che “violenza” ed “aggressione” non sono termini a cui si può accostare. I fatti accaduti lo scorso 13 dicembre al Presidente Berlusconi purtroppo ci smentiscono.L'aggressione al Premier, infatti, è avvenuta subito dopo il comizio tenuto in Piazza Duomo a Milano. Quanto accaduto domenica sera, è solo la triste conclusione, che i servizi segreti avevano mestamente preannunciato, di un clima di tensione, odio e violenza verbale fin a oggi portato avanti in maniera vile dai leader dell’opposizione. Una opposizione che non riuscendo a colpire con le idee lo ha fatto miserabilmente con statuette del Duomo e per mano di un pazzo. Perché ad armare quella mano, sono state le continue accuse, le continue aggressioni verbali da parte dei “Di Pietro” di turno che hanno fatto leva sul malessere sociale per scatenare l’odio nei confronti prima della persona “Silvio Berlusconi” e poi nei confronti di un Governo che loro malgrado riesce a portare avanti i programmi prestabiliti. La sezione del PdL di Taranto di Viale Magna Grecia (nelle persone di M. De Nichilo e R. Piromallo) insieme alla Sezione PdL di Statte (nelle persone di A. Magazzino e P. Bello) condannano quanto accaduto e ancor di più non capiscono come alcuni politici, che non hanno inteso schierarsi dalla parte della non violenza, continuino nel loro vile mestiere di fomentatori di folle, già inferocite da una crisi economica mondiale per cui il Governo può ben poco. E allora, l’aumento del numero dei sostenitori di un pazzo, non fa altro che rendere folle e indomabile una parte della società che di democrazia e di civiltà non ha il benché minimo sentore. Il nostro timore più grande è che si ricada ignobilmente negli schemi che pensavamo aver consegnato alla storia, di un periodo buio della Storia del secondo dopoguerra: la paura del clima degli anni di piombo comincia ad essere sempre più pressante. Auspichiamo vivamente che i toni della dialettica politica italiana ritornino nei giusti binari. Una dialettica basata sulla risoluzione delle problematiche sociali piuttosto che sul violento accanimento nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri.

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